S.O.H.O. : Small Office – Home Office

Caso studio. Ibridazione tra spazio domestico e spazio di lavoro, progetto di Atelier Bow-Wow (Tokyo, 2003)

Le odierne riflessioni sui mutamenti subiti dallo spazio del lavoro, sia esso interno o esterno alle mura domestiche, prendono le mosse da una prospettiva critica che la situazione pandemica ci ha imposto. Tale input, ci ha condotto ad affinare lo sguardo su un fenomeno evolutivo già in atto.

Ne è dimostrazione il progetto dell’Atelier Bow-Wow per Gae House (Setagaya ward -Tokyo, 2003). Si tratta di una piccola abitazione, suddivisa in tre piani (per un totale di 89 mq), che dedica il piano terra rialzato e il piano primo alle comuni funzioni dell’abitare (cucina-soggiorno-servizi) e ospita invece nel piano seminterrato un’area studio con letto annesso, filtrato dallo spazio di lavoro per mezzo di un armadio guardaroba a tutt’altezza. Il proprietario dell’abitazione, uno scrittore, ha infatti richiesto allo studio d’architettura di immaginare un luogo in cui potesse svolgere il proprio lavoro, organizzare incontri e allestire un archivio e biblioteca personali. La soluzione proposta dall’atelier è quindi quella di creare uno spazio di lavoro in grado di calarsi perfettamente nella dimensione domestica attraverso una connotazione intima e privata garantita: dall’utilizzo del legno come rivestimento di pavimento e soffitto e come materiale da costruzione della scrivania e della libreria che corre lungo le pareti; dalla sua collocazione nel piano seminterrato, separato dalla zona più caotica della casa predisposta alla preparazione dei cibi e al pranzo posta al piano primo, che consente di generare un ambiente privo di distrazioni – le aperture verso l’esterno sono ad un’altezza maggiore rispetto al punto di vista di chi sta lavorando accomodato alla scrivania –  e riparato dai frastuoni della strada; dall’atmosfera ottenuta mediante la dilatazione del volume dello studio che si sviluppa a doppia altezza e dalla modulazione della luce naturale che penetra nell’ambiente in maniera indiretta rifrangendosi sulle pareti candide del piano terra.

 

Carola D’Ambros

© Atelier Bow-Wow 

 © Edmund Sumner

 © Atelier Bow-Wow